Nel buio, anche se è assurdo la vedrai, c'è tanta luce - io vedo, io sento, io parlo

giovedì 18 novembre 2010

Serial Killer - Il mostro di Firenze ed altre storie. 1° capitolo

Antonio Boggia
Chi di voi sa chi era Antonio Boggia? Pochissimi sanno che dal 1848 al 1860 quest'uomo uccise a Milano almeno 5 persone. Era un serial Killer? Tutti i suoi delitti erano premeditati ed avevano il solo scopo di portargli un vantaggio economico, aveva dei complici che non uccidevano ma comunque lo aiutavano ad accumulare soldi e tacevano sapendo di averne un guadagno. Fu condannato a morte e la sua testa lasciata ai ricercatori dell'epoca perchè la studiassero e cercassero di capire cosa spingeva un uomo ad uccidere in maniera sistematica chiunque, avente un discreto reddito, gli si avvicinasse. Antonio Boggia era considerato dagli abitanti del suo quartiere un uomo mite, servizievole e credente, visto che frequentava la parrocchia e la chiesa con partecipazione. Questo ci fa capire che chi uccide cerca di nascondere il suo lato oscuro dietro paraventi anche sacrali. Chi uccide perchè vuole uccidere è una persona calcolatrice che elabora un piano e lo mette in opera cercando di non insospettire nemmeno chi gli vive al fianco. E' così il serial killer?

Callisto Grandi
Non credo che conosciate neppure Callisto Grandi. Siamo nel 1875 ad Incisa Valdarno, ad un passo da Firenze. Quest'uomo è il riparatore di carri, ha una bottega al centro del paese ed è considerato lo zimbello del posto per la corporatura storpia e la testa pelata. I bambini passano da lui per deriderlo e questo lo fa imbestialire a tal punto che ne uccide quattro in pochi mesi. I corpi li seppellisce sotto il pavimento della sua bottega. Viene scoperto solo perchè il quinto destinato alla morte riesce a fuggire. E' un serial Killer? Sconterà 22 anni di carcere e 16 di manicomio, dove a 62 anni morirà. Il fatto che questo zimbello di paese abbia ucciso in un paesino dei dintorni di Firenze ci porta direttamente ad altri zimbelli e sciocchi toscani, il mitico Pacciani, il suonato Lotti, il torsolo Vanni e gli altri compari di merende.
Ci porta a parlare del mostro di Firenze!

E' mai esistito un mostro a Firenze? In città mai nessuno è stato ucciso in una sequenza temporale tale da far pensare ad un serial killer, quindi la risposta è: - Non esiste un mostro di Firenze ma è esistito un serial killer nei suoi dintorni.-  Siete sicuri? L'omicida seriale uccide sempre con le stesse modalità ed in un arco di tempo non troppo lungo, vedi Jack lo squartatore e tanti altri, chi riesce a resistere per anni alla molla che lo spinge lo fa con cognizione di causa, quindi in modo da calcolare i vantaggi e gli svantaggi che derivano dal suo gesto. E' così un serial killer? Forse Gianfranco Stevanin, che ha ucciso 6 prostitute seppellendole sotto il letame o sotto la terra di sua proprietà, ha commesso i delitti a mente lucida? Questo era un serial killer perché in meno di un anno ha ammazzato 6 volte. La molla scatenante si è rivelata essere un litigio per motivi sessuali con ogni vittima. Tante ragazze erano passate nella sua abitazione, sapendo della sua particolare devianza sessuale, ma solo alcune sono state uccise. La molla è scattata sempre in determinate situazioni.
Donato Bilancia invece non aveva ritegno. Una volta partito l'impulso omicida ha continuato ad uccidere fino a quando inevitabilmente è stato catturato. Lui è sicuramente il serial killer italiano d'eccellenza, anche per il numero elevato di morti che ha lasciato dietro sé. Ma torniamo al Mostro di Firenze
E' veramente mai esistito?
La storia del mostro nessuno sa con certezza quando parta, forse nel 68', forse nel 74, o forse sette anni dopo quando ci sono le vere asportazioni del pube. Il mostro ammazza con una pistola ma... ma si porta appresso pure un coltello per completare l'opera. Il mostro ha una mira eccezzionale visto che al buio colpisce perfettamente il bersaglio; chi ha sparato sa quanto sia difficile, anche a distanza ravvicinata, tenere salda in mano una pistola e colpire più volte lo stesso corpo al buio. Al buio perché gli omicidi non avvengono nelle notti illuminate dalla luna, al contrario. Il mostro è fortunato perché mai nessuno lo vede lo sente lo incontra. Il mostro sa dove, come e chi colpire. 
Il mostro era un fenomeno? Forse. O forse no perché è coperto da un palo o anche da più di uno. Che siano veramente Pacciani e i suoi compari di merende il mostro e i pali? 
Suvvia, si direbbe a Firenze, chiudete gli occhi un istante. Ce lo vedete il Vanni che controlla la zona palmo a palmo? E il Lotti nascosto fra i cespugli fare il verso del gufo quando arriva un'auto? Immaginate la scena. Pacciani spara e colpisce l'uomo. Se muore subito tutto bene, passa ad ammazzare la donna già impaurita nel vedere quell'energumeno di un metro e sessanta, ma se non muore e grida aiuto? E se mentre lei urla il Lotti, uno dei pali, fischia od emette versi strani perché sta sopraggiungendo un'auto? In questo caso, per evitare problemi, il Pacciani si blocca in silenzio, la vittima pure, il Vanni osserva ed il Lotti trattiene il respiro. Poi, a pericolo scampato, tutto ricomincia. Il Pacciani spara, la donna urla, il Vanni passeggia ed il Lotti controlla. E Fernando Pucci? Il quarto compagno? No, lui ha partecipato ai soli ultimi due delitti, ed inoltre soffre di oligofrenia. 
Chi si intende di psicologia sa che la oligofrenia è una malattia mentale che ferma lo sviluppo del cervello ad una età che varia dai quattro ai sette anni. I quattro compagni di merende avevano tutti un quoziente intellettivo molto basso, più vicino ai 50 che ai 60. Questo cosa significa? Che erano quasi dementi; che il loro DNA gli permetteva di bere assieme, magari anche di andare a guardare di nascosto qualche coppietta o passare giornate a scopare con qualche puttana affetta anch'essa da oligofrenia, ma non di essere così freddi e capaci di escogitare un piano criminoso senza che nessuno, nè Carabinieri nè Polizia, potessero non scoprirli per così tanto tempo. Se sono veramente stati quei tre e mezzo, e sto esagerando con i numeri, a compiere i delitti c'è da preoccuparsi per la scarsissima qualità delle nostre forze dell'ordine. Dio ci scampi se per qualsiasi motivo saremo costretti ad avere a che fare con loro! 
Oppure chi deteneva il potere in quelle istituzioni a quei tempi, e parleremo più avanti di che tempi fossero, ha cercato, quasi riuscendovi, di far passare tutti gli italiani per malati di oligofrenia. Ora, a bocce ferme, dovremmo forse capire meglio quegli omicidi. Invece c'è chi si ostina ad inserire altre persone fra i sospettati, magari qualche setta satanica,  riuscendo così a generare solo ciò che qualcuno vuole, TANTISSIMA CONFUSIONE! Si sa che al mondo è possibile tutto ed il contrario di tutto; e questo fa in modo che non si capisca più niente di niente. 
Ho chiesto tempo fa ad alcuni concittadini del Pacciani cosa pensavano di lui, se erano realmente convinti della colpevolezza sua e dei suoi compari. Non c'è mai stata una vera risposta, solo significative risate. Allora, vogliamo cercare di capire chi ha ucciso nei dintorni di Firenze fino al 1985 oppure no? Per comprendere uno o più omicidi occorre sapere quale movente li ha generati. Qual'era il movente per quelle morti? 
Alla procura di Firenze ne sono certi, il movente è la vendita dell'organo asportato alle ragazze. Che strano modo di agire. Uccidere una coppia per avere l'organo di uno solo di loro. Certo, perchè l'organo femminile doveva essere eccitato al momento della morte. E che tipo di eccitazione poteva conservare una donna che vedeva un uomo sparare ed uccidere il suo compagno? La malattia mentale, si dice, porta a questo e ad altro. Quale malattia mentale? Quella dei compagni di merende o quella dell'eventuale acquirente? Chi ha ucciso non è mai stato affetto da malattia mentale, questo è poco ma è sicuro. Analizziamo i singoli omicidi e le eventuali analogie. Partiamo da quello che si dichiara essere stato il primo.

Antonio e Barbara
Antonio Lo Bianco era l'ultimo di una lunga serie di amanti della Barbara Locci; con lei ed il piccolo Natalino, figlio della donna, si apparta vicino al cimitero di Castelletti a Signa, è mezzanotte. Davvero inizia qui la vicenda del mostro? Qualcuno spara otto colpi d'arma da fuoco e colpisce entrambi gli amanti uccidendoli; poi preleva dall'auto il bambino e lo porta in una casa colonica lontana dal luogo del delitto. Che senso ha? Delle morti venne accusato il marito Stefano Mele; si parlò di gelosia derivante dal fatto che la moglie avesse diversi amanti e che a tutti regalasse soldi. Allora non si sapeva che la casa dove il piccolo venne portato era adiacente ad un'altra dove abitava il servo pastore di Salvatore Vinci, tale Angelo Vargiu, che al tempo stesso era anche il suo amante. Amante sì. E non era il solo visto che pure Stefano Mele, il marito di Barbara, era amante del Vinci. Fra l'altro l'alibi a Salvatore Vinci lo da proprio il Vargiu, che però diciassette anni dopo lo ritratterà. Quindi, se due più due fa quattro, non era affatto certo che fosse stato arrestato l'assassino. Anche in questo caso la confusione la fece da padrona. Troppe persone presenti sul luogo del delitto, un bambino lasciato vivo... a proposito del piccolo si diceva che il suo vero padre fosse proprio Salvatore Vinci. Alla fine si capì che c'erano una strana confessione e troppe contraddizioni. L'unica cosa certa era la presenza di Stefano Mele nei pressi dell'auto, e forse anche un suo coinvolgimento nel delitto. Il bimbo inizialmente accusa lo zio, Piero Mucciarini; ma visti i suoi non ricordo successivi a quello zio viene poi affidato dagli inquirenti. Alla fine della favola ci si rese conto che Salvatore Vinci non aveva un alibi; oggi si potrebbe chiedere la prova del DNA per capire di chi fosse figlio Natalino, stranamente lasciato ad un passo da dove lo stesso Salvatore avrebbe potuto rifugiarsi, la casa del suo servo amante. Era un bambino, quindi influenzabile, e venne affidato a chi, a detta dello stesso bimbo, aveva ammazzato sua madre, al marito della sorella di Stefano Mele, colui che si accuserà dei delitti e sconterà la pena. Che casino! Una "Comune" dove la Barbara era il fulcro di tutto e dove tutti avevano abusato di tutti. Un bambino a cui, fortunatamente, è stata tolta una famiglia che presto avrebbe abusato di lui e che viene dato ad un'altra che provava certamente astio nei confronti della donna uccisa. E' la storia infame di una cerchia allargata di falsi zii e veri amanti, etero e bisessuali, marcia in ogni suo componente. Comunque la Procura dichiara che chiunque sia stato ad uccidere ha usato la famosa "Berretta calibro 22" con proiettili serie H. 
Quindi è da qui che bisogna partire per capire chi è il mostro di Firenze. Ne siamo certi? Perchè aspettare sei anni per uccidere ancora? E soprattutto perché ammazzare giovani ventenni e non donne e uomini ultra-trentenni. Perché non ricalcare in copiativa lo stesso omicidio? In quel triste delitto nessuno aveva colpito con armi da taglio, eppure nel 74' furono inferte 96 pugnalate alle vittime. E' la prima grande contraddizione; contraddizione che gli inquirenti spiegano non essere tale perché secondo loro non è la stessa mano ad uccidere ma solo la stessa pistola. Sarà...

Gli agenti sul luogo del delitto
Passiamo agli omicidi del 74'. E' il 15 Settembre, Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore non hanno neppure vent'anni, 18 lei, 19 lui. Stanno all'interno di una Fiat 127 e si sono appena spogliati quando dieci colpi d'arma da fuoco squarciano il silenzio di Borgo San Lorenzo, paese a poco più di 40 km dal luogo degli omicidi del 68'. Quattro colpi colpiscono il ragazzo, sei la ragazza. Al maschio verranno inferte due pugnalate al torace, alla donna 70 al pube e 26 al seno. Sembra opera di un pazzo o di qualcuno respinto e geloso. Forse da qui può partire la vera storia del mostro? 
Ma se parte da questo delitto perchè attende altri sette anni per colpire ancora?

Giovanni e Carmela
E' il 6 Giugno 1981; Giovanni Foggi ha trent'anni e Carmela De Nuccio 21, sono in una Fiat Ritmo e stanno per iniziare a fare l'amore quando otto colpi d'arma da fuoco partono dall'esterno dell'auto, tre colpiscono lui e cinque lei. Poi tre coltellate alle spalle per l'uomo e due sul collo della donna. Questa volta l'assassino trova il tempo per fermarsi ed amputare le parti intime della ragazza. Che sangue freddo! E che sicurezza! Otto colpi fanno molto rumore di notte, le urla ci sono state sicuramente, eppure resta qualche altro minuto a completare l'opera... perchè? E' malato? E' molto fortunato? Oppure ci sono i famosi "pali" a tranquillizzarlo. Inoltre è un personaggio alquanto strano perchè usualmente chi uccide non usa due armi; o usa la pistola o usa il coltello. Lui porta sia l'una che l'altro. E' veramente bizzarro come mostro, non assomiglia ad altri mostri che uccidono saltuariamente nelle varie parti del mondo. 

Susanna e Stefano
Comunque sembra sia veramente un serial killer quando quattro mesi dopo, il 23 ottobre dello stesso anno, vengono uccisi Stefano Baldi e Susanna Cambi, entrambi ventiquattrenni. Stesso modus operandi degli ultimi omicidi, quelli di quattro mesi prima, e stesso macabro rituale, l'asportazione delle parti intime nella ragazza. L'Italia entra nel terrore. Sopprattutto la Toscana conosce momenti di forte tensione emotiva. Vengono affissi cartelli e  promosse campagne pubblicitarie in cui si invitano i ragazzi a non appartarsi.
Cambiano i costumi e gli usi dei genitori, che preferiscono lasciare le figlie ed i loro fidanzati soli in casa piuttosto che non avere la certezza di un loro ritorno.

Antonella e Paolo
Passano nove mesi ed il serial killer colpisce ancora; ma questa volta non è lucido come le altre volte. La ragazza, Antonella Migliorini, muore, ma il ragazzo, Paolo Mainardi, riesce a rimettere in moto l'auto ed a fuggire. Purtroppo le ruote posteriori s'infileranno in una piccola cunetta; ed allora l'assassino, dopo aver sparato ai fari, lo finisce con altri colpi di pistola. Almeno lui lo spera, perchè qualcosa lo disturba costringendolo ad andarsene. Il ragazzo in quel momento era ancora vivo, morirà la mattina successiva senza mai riprendere conoscenza. Sarà veramente andata così o c'è qualcosa che ci sfugge? 
La dott. Silvia Della Monica, sostituto procuratore di Firenze, sa quel qualcosa in più; fa scrivere ai giornalisti che prima di morire il ragazzo ha parlato con i soccorritori, una mossa per cercare di stanare il cosidetto mostro. Ed in effetti qualcosa accade. Ad un addetto della croce rossa arrivano più telefonate. Un uomo che dapprima dichiarerà di chiamare dalla Procura ammetterà poi d'essere l'assassino; costui voleva sapere cosa avesse detto il giovane prima di morire. Ma la telefonata inquietante è la terza perché non fu ricevuta al telefono di casa ma all'albergo di Rimini dove l'uomo era in villeggiatura. Al tempo non c'erano i cellulari... ma le telefonate erano intercettabili e lasciavano comunque delle tracce, sono state seguite? Dove hanno portato? Come faceva il mostro a conoscere ed avere i numeri di quel soccorritore? Perchè dopo questo piccolo colpo di genio della procuratrice nascono i primi depistaggi? Perchè il maresciallo dei carabinieri Francesco Fiore risale ai delitti del 68'? E soprattutto, perchè fascicoli che non dovrebbero più esistere appaiono improvvisamente ancora intatti come fossero stati appena depositati? E' qui l'inghippo? E' qui il problema? 
Improvvisamente il maresciallo Fiore ricorda i delitti del '68. Sono passati 14 anni, quando erano avvenuti si trovava in ferie e non era presente né all'arresto né all'interrogatorio. Eppure ha bene impresso quanto accaduto. Sa anche che dopo dieci anni gli incartamenti vengono distrutti, ma non gli importa e va a controllare trovandoli belli e lindi come fossero appena stati depositati. Io dico che è strano. Comunque passa un altro anno prima che il mostro colpisca ancora. 

Friedrich ed Uwe
Due giovani tedeschi, Uwe Rush Jens e Friedrich Guntar Horst Whilhelm, vengono trovati morti in un furgone wolkswagen; sono stati uccisi da una "calibro 22", proprio quella del serial killer. E' una notte senza luna, è vero, ma a poche decine di metri da loro c'è una villa abitata. Nonostante questo la pistola spara e rispara, attraverso i finestrini del furgone, ed uccide, ancora una volta uccide. 
Torniamo indietro con la mente e pensiamo ai compagni di merende. Il più alto era il Lotti, che comunque non arrivava al metro e settanta, ma per la Procura il mostro era Pacciani che passava di poco il metro e sessanta. Avete presente i furgoncini della Wolkswagen? Sono alti ed i finestrini sono posizionati a circa un metro e quaranta da terra. infatti i fori dei proiettili sono tutti ad un'altezza che varia dal metro e quarantuno al metro e quarantacinque. Prendete il Pacciani, dategli un'arma e ditegli di sparare a due ragazzi che dormono all'interno del mezzo. Chissà se mai riuscirà ad intravedere i due corpi distesi... a meno che il Vanni ed il Lotti non lo abbiano alzato di peso e messo in condizioni di controllare e vedere bene. Un'altra scena ridicola da immaginare. Fra l'altro il furgone era sul ciglio di una piccola montagnola, quindi chi avesse mai cercato di guardarne l'interno si sarebbe trovato in una posizione alquanto sfavorevole. Comunque l'arma è quella giusta... è il mostro che comincia a perdere colpi!


Pia e Claudio
Forse per questo passa ancora un anno. Stavolta, però, si rifà degli smacchi precedenti! Pia Rontini e Claudio Stefanacci vengono uccisi tra Dicomano e Vicchio. Alla ragazza, oltre al pube, è stato asportato anche il seno sinistro. Perchè? Mi si dirà che quando uno commette siffatti delitti non c'è mai un vero perchè. Ma io mi chiedevo perchè il cosiddetto mostro è tornato a martorizzare il seno della ragazza. Ricordate il 74', le ventisei coltellate al seno? Ed allora perchè a distanza di dieci anni tornare ad accoltellare, anzi addirittura ad asportare, un seno? Ma non s'era anche detto che i delitti del mostro erano inziate nel 1981? Ed allora come spiegare questo crimine? E' veramente opera del serial killer che, come detto, stava perdendo colpi, oppure è un altro depistaggio? E se così fosse, da parte di chi? 

Nadine e Jean Michel
Ora arriviamo all'ultimo e stranissimo delitto. Passano ancora dodici mesi, si è in una notte in cui la luna è all'ultimo quarto. Probabile che il mostro avesse perso qualche grado di vista in quegli anni. Comunque sia, in una piazzola c'è una canadese con all'interno Jean Michel Kraveichvilj e Nadine Mauriot; stanno dormendo quando un coltello taglia la tenda ed una pistola comincia a sparare. Che la vista del mostro cominci a calare lo dimostra il fatto che anche stavolta è costretto ad inseguire la vittima maschile ed addirittura finirla a coltellate. Fortunatamente per lui la donna è morta e così non dovrà correre anche appresso a lei... o forse la fortuna non esiste? Non è che anche in questo caso i mostri sono più di uno? Pensate ai compagni di merende? Ve li immaginate correre appresso ad un ragazzo venticinquenne? Il cuore del povero Pacciani avrebbe fatto crac prima del previsto. O forse non era previsto che facesse crac? 
Comunque stavolta il mostro cambia strategia. Taglia alcuni lembi dal corpo della ragazza, mettendoli in una busta già preparata, e li spedisce alla dottoressa Silvia della Monica. Però lei non si occupa più del mostro. Come mai il mostro non lo sa? Oppure lo sa e li manda per qualche altro motivo? Per quale motivo? Intimidire la dottoressa? Perchè intimidirla? Indagava per conto suo ed era arrivata ad un punto nevralgico? Uno di quei punti in cui o scoperchi il pentolone o lo richiudi sigillandolo col mastice?

Fatto sta che negli ultimi tre duplici omicidi ci sono incongruenze difficili da spiegare. Dapprima l'assassino colpiva coppiette, maschi e femmine, al buio e con una mira micidiale, poi cambia e si mette a sparare a due ragazzi maschi. Si dice che uno di loro, avendo lunghi capelli biondi, potesse essere scambiato per una donna; si dice, ma coi si dice e con i forse non si fa nulla. Inoltre l'altezza dei finestrini impediva la giusta visuale ed i giusti movimenti. Può essersi accorto solo quando si è trovato all'interno del pulmino che erano due maschi? Ed allora? Quale sarebbe stata la reazione di un mostro che non aveva potuto portare a termine il suo macabro rituale? Avrebbe aspettato un altro anno prima di uccidere, tenete presente che era già reduce da un rituale mancato, o sarebbe partito di slancio non aspettando così tanto? Un altro anno senza parti da asportare è insopportabile per un vero mostro. Allora è per questo che negli omicidi successivi alla ragazza, oltre al pube, asporta anche il seno.
Chissà? Di certo c'è che scade nella tecnica quando decide di uccidere i due francesi accampati nella piazzola degli Scopeti. Immaginiamolo tutto sudato e incerto mentre in una mano tiene stretto il coltello e nell'altra la pistola. Deve agire in velocità perché è un mostro, quindi senza indugio taglia la tenda e comincia a sparare! No, non è andata così. Taglia solo uno dei due teloni dalla parte dietro e mette una pila, gli serve per far luce e vedere le sagome all'interno, poi si sposta dall'altro lato, apre la cerniera e spara. Ma come? Così, a caso, alle ombre? Siamo sicuri che parliamo dello stesso mostro? 

Pistola calibro 22
Comunque sia spara alla cieca, alla dove prendo prendo tanto qualcuno ammazzerò; quando si accorge che l'uomo sta scappando parte alla rincorsa, alla ti prendo ti prendo valà che ti prendo, lo raggiunge, l'accoltella e lo nasconde gettandogli sopra dei rami e dei barattoli di vernice vuoti trovati nel bosco, poi torna dalla donna, che nel frattempo è morta, e comincia a tagliare. Taglia che ti ritaglia accumula ciò che gli serve, anche di più, e mette il tutto in una busta indirizzata alla dottoressa Della Monica, poi nasconde anche il corpo della ragazza dentro la tenda (strano non lo ha mai fatto) e fa 50 km tutto inzuppato di sangue per spedire la busta. 
Eggià, non ci abbiamo mai fatto caso ma un mostro così dopo i delitti deve per forza essere inzuppato di sangue! Qualche abito deve averlo buttato... o no? Come faceva ad avere un ricambio pronto in modo da non dover sporcare per forza i sedili dell'auto? Dove trovava l'acqua per lavarsi e gli stracci per asciugarsi? Allora c'era davvero qualcuno con lui! Oppure aveva una tuta, che metteva e toglieva, ed un paio di scarpe di ricambio? O forse restava ore in contemplazione aspettando che il sangue raggrumasse. No, dicono in procura, le zone dei delitti erano sempre a poche decine di metri da un fiume, per cui dopo andava a lavarsi. 
Così tranquillamente arrivava, tranquillamente ammazzava, tranquillamente si andava a lavare, e tranquillamente se ne tornava a casina sua. Andava, veniva, senza mai essere visto, eppure c'era l'allarme generale in quel periodo. Era un fantasma? Era Satana?

Certo, se avessero ragione quelli che danno la colpa dei delitti alle sette sataniche dovremmo cambiare i nostri concetti ed ambientare il tutto in scenari molto diversi. Immaginiamo per un attimo gli adepti attorniare un auto, un pulmino o una tenda canadese, tutti con i loro bei lenzuoloni lunghi ed il cappuccio d'ordinanza. Chissà, magari non sarebbe servita nemmeno la pistola per uccidere, forse quei ragazzi sarebbero morti d'infarto! Comunque immaginiamo la scena, la mano che spunta dal manicone e spara. Chi sarebbe mai riuscito a scappare a quattro o cinque incappucciati che ti circondano? Poi, mentre uno taglia il pube alla ragazza, gli altri riordinano la scena; uno svuota la borsetta, l'altro cancella le tracce, l'altro controlla la strada vicina, l'altro accende le candele per far strada nel bosco, dove di lì a poco ci sarà la cerimonia, l'altro comincia a spazientirsi e dice di muoversi, l'altro lo tranquillizza dicendogli che non c'è pericolo, l'altro si avvia ed accende il fuoco attorno al cerchio di sassi e poi, quando tutti sono ormai al sicuro fra gli alberi e il fogliame, inizia il rituale. Il tagliatore di pube toglie il primo camice, quello sporco, e lo mette nel cerchio, poi passa l'utero agli altri che ne succhiano avidamente, infine lo sacrificano bruciandolo assieme al lenzuolone sanguinante gettato poco prima. Finita la messa, quando tutti grazie a questa si sentono forti ed invincibili, i capi vanno a coricarsi mentre i faccendieri restano per eliminare le tracce residue e parlare con enfasi del rito appena terminato. E' plausibile?
Tutto ed il contrario di tutto è plausibile. Il bianco e il nero si confondono in una storia nata male e finita peggio. Una storia servita a certi personaggi per avanzare di grado e fare carriera, ad altri per diventare famosi ed avere inviti a pagamento in televisione; c'è chi ne ha scritto in un modo, chi in un altro. Ci sono stati quelli denigrati, quelli querelati. Il Pacciani e il Vanni altro non erano che gli sciocchi del paese, eppure sono diventati famosi ed hanno avuto al loro fianco avvocati di grido che donavano gratis il loro tempo. Meritava il Pacciani di stare in galera? Secondo me sì, ma per ciò che aveva commesso ai danni della sua famiglia e per quello che non ha mai detto sul vero mostro! Un mostro che lo spaventava tremendamente! Quindi il Pacciani lo conosceva? Certamente sì. Il Pacciani aveva visto e disegnava sui quadri e raccontava ad un pittore il quale dipingeva e raccontava al Pacciani. Forse che chi ha visto ed ha paura, avendo un quoziente intelletivo basso, non si farebbe qualche anno di galera pur di non essere ucciso? Guardate Stefano Mele che di anni in galera ne ha fatti tanti per il delitto mai commesso del '68! Quando la paura è così forte da farti dire cazzate e pensare in maniera diversa dal solito? Quando sono le sette sataniche a fartela o quando sono le istituzioni che comandano il paese tramite i servizi segreti?

Mi chiederete cosa centrano i servizi segreti col mostro di Firenze. Io vi rispondo dicendovi che all'inizio vi avevo accennato agli anni in cui si svolgevano i delitti, dicendovi che ne avremmo parlato più avanti. Ancora non è il momento perchè abbiamo parlato solo di alcuni dei delitti del mostro, e ce ne sono altri rimasti ai lati della vicenda e liquidati dai giornali e dalle televisioni con piccoli trafiletti e stranamente senza alcun approfondimento. Nel prossimo capitolo parlerò di quanto accaduto negli anni in cui il cosiddetto mostro colpiva, della strategia della tensione e degli anni di piombo. Poi mi addentrerò in ciò che è stato tralasciato, poi ripreso ed ancora tralasciato dagli inquirenti.
Un tralcio di vite inserito nella vagina di Stefania Pettini, la quale aveva confidato ad una amica di avere paura di uno strano personaggio che la importunava. Di Enzo Spalletti, il guardone che certamente ha visto l'assassinio di Carmela de Nuccio. Di Susanna Cambi che aveva confidato alla madre d'essere pedinata. Di Elisabetta Ciabani, amica della Cambi, trovata morta in un albergo siciliano. Ufficialmente si è ammazzata accoltellandosi da sola al pube ed al seno (strano vero?). Di un signore in giacca e cravatta visto dal gestore di un locale seguire Pia Rontini dopo averla fissata a lungo. Di un'amica di Pia a cui lei stessa aveva confidato di un uomo che le faceva paura. Di Francesco Vinci ed Angelo Vargiu trovati incaprettati e carbonizzati nel 93'. Di Milva Malatesta e suo figlio di tre anni. anche loro uccisi e bruciati (ma come nel 68' il piccolo Natalino era stato risparmiato e qui si uccide un bimbo?). Del padre di Milva, Renato Malatesta, marito della donna di cui avevano abusato Pacciani e Vanni, trovato impiccato in una stalla nel 80'. Di Milvia Mattei uccisa nel 94. Di uno strano pittore che sparisce e riappare, di un dottore che muore due volte, di un americano che si aggirava nei boschi, di capelli fra le unghie che spariscono prima di poterli esaminare per trovare il DNA. Chissà perché le pistole riappaiono dopo 14 anni ed i capelli scompaiono nel giro di tre. Forse ha ragione chi dice che il mostro è sempre vissuto all'interno delle istituzioni? Chissà. Alla prossima, Emax.

1 commento:

  1. condivisibile in molti punti sicuramente la descrizione dei fatti non ritengo personalmente (per quello che conta) che il duplice delitto del 1968 sia di matrice diversa dai successivi secondo me Natalino scampa e scappa da quel luogo da solo....
    L'incriminazione di S.Mele è solo il primo enorme errore investigativo e giudiziario che distorce le cose....
    Nel 1974 solo una novantina di punture non pugnalate,V.Spalletti,P.Pacciani e
    nessuno mai ha visto l'assassino per lo meno all'opera al momento dei duplici omicidi,in altre situazioni forse si...

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