Nel buio, anche se è assurdo la vedrai, c'è tanta luce - io vedo, io sento, io parlo

lunedì 27 dicembre 2010

Ted Bundy, il killer delle università

Ted Bundy
Ted era un bel neonato che Eleanor Louise Cowell partorì nel 1946 in una buona clinica del Vermont. Non aveva un padre e sua madre non lo accettò lasciandolo in custodia all'ospedale. Inizialmente si credette fosse figlio di un veterano di guerra, in tempi successivi si ipotizzò che Eleanor fosse stata violentata dal padre e che per questo non volesse il bambino. In tutti i casi dopo tre mesi la ragazza si presentò alla clinica e riuscì a farselo affidare dicendo che era suo fratello. Non tornò alla casa paterna, cambiò città andando a vivere in Pennsylvania e, visti i documenti rilasciati dalla clinica, continuò a crescere il bambino facendo credere a tutti fosse suo fratello minore.

Passarono quattro anni, la donna si trasferì andando a vivere dai parenti materni in Washington; qui si sposò ed abbe altri tre figli. Ma Ted, adottato dal marito della madre  (da cui prese il cognome), non andava d'accordo col patrigno, che pure cercava di coinvolgerlo nella sua vita, ed a scuola era vittima del bullismo dei ragazzi più grandi. Questa, in base a quanto ammise al processo lo stesso Ted, fu la fase di partenza della sua malattia. In adolescenza non aveva avuto alcun tipo di rapporto interpersonale, non avendo avuto esempi non capiva né l'amicizia né l'amore e viveva isolato con i suoi pensieri. 

Prima di partire per l'Università passò mesi e mesi in diverse biblioteche ad informarsi, tramite i libri e gli articoli di giornale, sui crimini più orrendi accaduti in America, specialmente su quelli a sfondo sessuale. Si laureò nel 1965 vincendo anche una borsa di studio grazie alla quale frequentò corsi di psicologia. Un anno dopo si trasferì a Seattle e da volontario potè lavorare nel centro che cercava di evitare i suicidi in città, all'epoca un fenomeno molto diffuso, il Seattle Suicide. Fu in quel periodo che collaborò con la Polizia locale e con la scrittrice, diventata poi famosissima, Ann Rule, che in tempi successivi scriverà su di lui una biografia.

Nel '67 incontra Stefanie e, per la prima volta, l'amore. Ma un anno dopo lei, giudicandolo immaturo e senza ambizioni, lo lascia. Gli psichiatri hanno fissato l'inizio dei veri disturbi di Ted in quel determinato momento; lì la sofferenza di cui aveva sempre sofferto si trasformò in odio, odio verso chi non lo aveva accettato. Ma non basta. Dopo la perdita dell'amore decise di tornare al suo paese d'origine dove scoprì che sua sorella, in realtà, era sua madre. Questa scoperta sembrò dargli più forza, più vigore; nel '68 partecipò come sostenitore alla campagna elettorale repubblicana di Rockefeller, da questa esperienza desunse che lo studio gli sarebbe servito per migliorare la sua vita e tornò all'università dove frequentò con successo psicologia. Si laureò nel '72 e decise di tornare a lavorare per i Repubblicani. Strinse un buon rapporto con il governatore dello Stato, Daniel J. Evans, e tutto parve andare al meglio quando nel '73 ritrovò Stefanie. Lei era cambiata, almeno parve a Ted che dopo una corte serrata la convinse a sposarlo. Nei primi giorni del nuovo anno, però, se ne andò nuovamente. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso già colmo. Pochi giorni e cominciarono gli omicidi. Ma classificarli tali è riduttivo in quanto tutti furono veri e propri massacri.

La prima aggressione è del 4 Gennaio; entra nella abitazione di una studente dell'università e la aggredisce mentre è ancora addormentata. Credendola morta la violenta con uno speculum, un atrezzo ginecologico. Trovata dai compagni di classe la mattina successiva si riprende dopo dieci giorni di coma. Passa una settimana e Ted si fa aprire la porta dalla compagna di stanza di suo cugino; la immobilizza portandola via dopo averla avvolta in un lenzuolo. In quell'anno scompare una studente al mese. Dopo la prima, Linda Ann Healy, tocca  a Donna Gail Manson, poi a Susan Rancourt, a Kathy Parchi, a Brenda Ball, l'unica di quel periodo a non frequentare corsi universitari, e ancora a Greorgeann Hawkins, a Janice Ott e a Denise Naslun.

Il maggiolino di Ted Bundy
Ted non si preoccupa d'essere riconosciuto. Infatti i testimoni ci sono, lo hanno visto ed ormai è famosa anche la sua auto, un simpatico maggiolino wolfswagen. La Polizia fa un identikit in tutto e per tutto rassomigliante e Stefanie, la sua ex, ed un professore che gli aveva fatto lezione, si presentano alle autorità e ne fanno il nome, ma nessuno crede possa essere lui il colpevole. Però il cerchio si sta stringendo e Bundy lo capisce, per questo si iscrive alla facoltà di Diritto di Salt Lake City spostandosi dallo Stato di Washington a quello dello Utah. Qui diventa mormone, anche se le frequentazioni alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è saltuaria.

Con il suo arrivo all'università arrivano gli omicidi e le scomparse. La sua tecnica si è raffinata ulteriormente. Mentre prima adescava le ragazzine grazie a gessi finti che indossava in un braccio o in una gamba, chiedendo loro una mano per spostare qualcosa che la sua condizione non gli permetteva di fare, ora toglie la maniglia dallo sportello del passeggero per fare in modo che una volta entrata la ragazza non possa fuggire. Ne fanno le spese Nancy Wilcox, una autostoppista, Melissa Smith, la figlia del capo della Polizia di Midvale, fra l'altro l'autopsia rivelò che era stata tenuta in vita e violentata per cinque giorni, Laura Aimé, Debby Kent. Nel caso di quest'ultima si capì quanto fosse avanzata la malattia mentale di Ted. Mezzora prima di appostarsi per rapire Debby Kent, o qualunque altra ragazza fosse uscita in strada sola, Bundy aveva cercato di fare la stessa cosa a Carol Daronch che però, nonostante fosse stata ammanettata, riuscì ad afferrare un piede di porco, a picchiare il suo aggressore ed a scappare. L'episodio era avvenuto ad una quindicina di chilometri dal luogo in cui si fermò per adescare Debby Kent, e le chiavi delle manette ai polsi della Daronch furono rinvenute la sera stessa nel parcheggio dove fu rapita, per la cronaca non venne mai ritrovata.

Ma anche lo Utah ormai era in allarme totale, per questo Ted Bundy spostò il raggio d'azione dei massacri, pur continuando a frequentare l'universita di Salt Lake City, nella vicina Colorado. Ad un anno dal suo primo crimine la lista delle vittime si era allungata a dismisura ed era destinata a crescere ulteriormente. 

Gennaio 1975, Carin Campbell  è in vacanza coi suoi due figli e il fidanzato; dalla porta della sua camera d'albergo all'ascensore vi sono 50 passi, in quel minimo spazio sparisce. Dopo di lei seguiranno Julie Canningham, Denise Oliverson, Lynette Culver, di 12 anni, Kimberly Leach e Susan Curtis.

Gli oggetti rinvenuti nell'auto di Bundy
Intanto a Washington le indagini avevano chiuso dentro il cerchio dei sospettati 25 persone, fra queste Ted che li favorisce facendosi arrestare per velocità pericolosa in un sobborgo di Salt Lake City. Nella sua auto vengono rinvenuti diversi oggetti, fra questi una maschera da sci ed una fatta con un collant, un grimaldello (piede di porco), diversi sacchi per la spazzatura, un paio di guanti, uno di manette, una corda ed una picozza. Bundy accampò diverse scuse per giustificare il materiale ritrovato, ma venne collegato, tramite testimoni, alla aggressione di Carol Daronch ed alla scomparsa di Debby Kent. Condannato a 15 anni dalla corte dello Utah fu poi estradato per rispondere dei delitti avvenuti in Colorado.

Appena arrivato in quello Stato venne portato al tribunale di Aspen per rispondere dell'omicidio di Carin Campbell; durante una pausa del processo chiese ed ottenne di trascorrere mezzora in biblioteca. Il giudice gli accordò la richiesta e Ted Bundy riuscì a trovare il modo per fuggire saltando dalla finestra del secondo piano. Ma il freddo della montagna, la caviglia slogata dal salto, e soprattutto due poliziotti in gamba che notarono dalla corsia opposta l'auto che aveva rubato, non gli permisero di cambiare nuovamente Stato. Portato nella prigione di Aspen riuscì dopo pochi mesi ad avere a disposizione, tramite un altro detenuto, un seghetto. Ma non bastava per farlo passare in una piccola fessura posizionata sul soffitto. Ed allora dimagrì fino a quando riuscì ad entrarvi. Fece diversi sopralluoghi in quella stretta intercapedine, fino a quando alla vigilia del suo trasferimento in un altro carcere riuscì ad aprirsi un varco ed a scivolare nell'appartamento del direttore che quella sera non era in casa. Uscito in strada si accorse d'essere in mezzo ad una bufera di neve, allora rubò un auto ma restò senza benzina nella statale 70; tutto sembrava congiurare contro di lui, almeno fino a quando un uomo si fermò, lo fece salire e l'accompagnò alla città di Vail. Da qui con l'autobus andò a Denver dove prese un aereo per Chicago. In prigione, nel frattempo, grazie ai libri ed alle coperte accatastate sotto il lenzuolo, nessuno si accorse di nulla, almeno fino all'ora di pranzo del giorno successivo. Quelle 17 ore di vantaggio gli avevano permesso di cambiare Stato e generalità.

Dopo diverse peripezie, mal sopportanto il freddo, arrivò in Florida e prese in affitto una stanza sotto il falso nome di Chris Hagen. Tempo una settimana e ricominciò la mattanza. Entrò nelle casette date in affitto agli universitari della Florida ed uccise nel sonno Lisa Levy e Margaret Bowman, altre due coinquiline furono picchiate selvaggiamente ma riuscirono a cavarsela. Uscì e fatti pochi passi entrò in un'altra abitazione e ferì gravemente Cheryl Thomas. La furia di quella notte fu assolutamente cieca e selvaggia. Venti giorni dopo cambiò città ed arrivò a Lake City, qui rapì Kimberly Leach, una ragazza dodicenne. Era ormai un animale braccato quando rubò un Maggiolino, simile a quello precedentemente posseduto, e si mise in fuga arrivando quasi al confine. Ma un poliziotto controllando la targa dell'auto si accorse che era rubata e dopo una collutazione lo arrestò.

Si può dire che da quel momento iniziò un era felice per Ted Bundy; una  ex collega con cui aveva avuto una relazione, Carole Ann Boone, grazie ad una vecchia legge della Florida lo sposò. Le frequenti visite al carcere le fecero mettere al mondo una bimba, quindi Ted Bundy diventò padre. Ma neppure questo gli permise di salvarsi dalla sedia elettrica. A pochi giorni dall'esecuzione, nella speranza di rimandarla, cominciò a parlare ed a confessare altri omicidi, riferendo particolari chiari che solo l'assassino poteva conoscere. Nonostante una parte dei familiari delle vittime, nella speranza di sapere da lui dove poter trovare i resti, volessero posticipare l'esecuzione, Ted Bundy morì previo scarica elettrica alle 7.06 del 24 Gennaio 1989.

Nessuno sa o può immaginare quante ragazze abbia effettivamente ucciso, è stato condannato per 35 delitti ma con molta probabilità le ragazze sono molte più del doppio. La causa scatenante, a suo dire, fu la pornografia e la violenza dilagante che emergeva dai giornali e dalle tivù negli anni '60 e '70. La sera prima della sua esecuzione incontrò uno psichiatra ed alla fine del colloquio gli disse: "State per uccidermi e ciò vuol dire che siete stati in grado di proteggervi da me, ma là fuori ci sono molte, molte più persone pericolose, persone dipendenti dalla pornografia che non sarete mai in grado di fermare."

Nessun commento:

Posta un commento