Nel buio, anche se è assurdo la vedrai, c'è tanta luce - io vedo, io sento, io parlo

venerdì 4 marzo 2011

Arthur Bishop Gary. Quando chi uccide i bimbi e i ragazzini è l'uomo della porta accanto.

Arthur nasce nel 1951 da una famiglia mormone nello Stato dello Utah, è il maggiore di sei fratelli e suo padre lo cresce nella fede con l'intenzione di farne il Vescovo della comunità. Da ragazzino fu uno scout a cui tutti gli altri ragazzi facevano riferimento ed anche uno studente modello. A 18 anni parte missionario e va nelle Filippine. Quando torna è cambiato, infatti nel 1978 viene accusato e condannato a cinque anni per appropriazione indebita. Avrebbe dovuto scontarli nella sua casa ma decise di fuggire e di andare a Salt Lake City usando un falso nome, si faceva chiamare Roger Downs. La fuga gli costò la scomunica della chiesa mormone.

A Salt Lake City entra a far parte dell'associazione Big Big Brothers and Sisters of America, una società senza scopi di lucro a cui si rivolgevano i ragazzi che vivevano un disagio. Era un gran lavoratore e nessuno immaginava chi realmente fosse. Aveva una parola buona per tutti ed a tutti dispensava consigli. Ma sotto la cenere covava il fuoco della pedofilia.

Nell'ottobre del 1979, mentre sta tornando a casa, incontra un bambino di quattro anni. Si chiama Alonzo Daniels ed abita in un appartamento del suo stesso residence. Quattro parole, un sorriso e la promessa di regalargi delle caramelle convincono il piccolo a salire nell'appartamento di Arthur. Non appena richiusa la porta scoppia l'inferno. Il bimbo viene violentato ed ucciso, affogato nella vasca da bagno. Messo in un sacco viene portato nel deserto e seppellito. Nessuno ha visto niente, nessuno sa e la famiglia di Alonzo, molto povera, viene ben presto dimenticata.

Passa poco più di un anno. Nel novembre del 1980, nella stessa zona, scompare Kim Petersen. Kim è un bimbo di undici anni che ha la passione dei pattini a rotelle, per questo frequenta una pista di pattinaggio. Ma i suoi pattini sono logorati e lui cerca di venderli ai molti frequentatori presenti per raccimolare i soldi che gli consentano di acquistarne dei nuovi. Quando chiede ad Arthur Bishop se è interessato ad un paio di pattini si sente rispondere di sì, ma i soldi li ha a casa sua, a pochi minuti dalla pista. Kim ha fiducia in quell'uomo pacioccone che gli sorride e gli promette tanti denari per i suoi vecchi pattini a rotelle, per questo lo segue ed entra nel suo appartamento. Ma ancora una volta appena richiusa la porta si scatena l'inferno. L'assassino lo uccide a bastonate, lo violenta e lo seppellisce nel deserto accanto al corpo di Alonzo.

Quando scattano le indagini c'è la sua descrizione sul tavolo di chi indaga, l'hanno visto in tanti alla pista, ma il fatto che fosse membro dell'associazione che si occupava dei bambini lo scagionava, a detta dei poliziotti locali, dall'aver commesso un sequestro. Quindi l'assassino non viene catturato ed è ancora libero di operare a suo piacimento. Lascia passare un altro anno fino a quando, nell'ottobre del 1981, gli si presenta una nuova occasione. Mentre fa la spesa in un supermercato vede un bimbo di quattro anni, si chiama Danny Davis ed è con sua madre ma, come al solito, è insofferente e si allontana da lei girovagando fra gli scaffali. Quando Arthur lo vede gli sorride, gli da una mano e gli promette quelle merendine che gli piacciono tanto e che sua madre non gli compra. Poche centinaia di metri e sono entrambi all'interno dell'appartamento. Un nuovo inferno ed una nuova vittima sepolta nello stesso luogo delle precedenti.

Ma è il terzo bambino che scompare nel giro di tre anni e le forze dell'ordine si scatenano. Per mesi i volontari cercano in ogni quartiere, in ogni strada, in ogni lago e  montagna della zona non trovando nulla. Viene chiamata anche la FBI che coordina le indagini e sono offerti 20.000 dollari a chi porterà testimonianze utili a far ritrovare il piccolo Danny. Purtroppo, nonostante tutto convogliasse i sospetti sul mormone, il non ritrovamento del corpo non permetteva, dissero, di arrestare chi lavorava per una nobile istituzione e faceva del bene ai ragazzi.

Arthur sa di essere al centro dell'attenzione e lascia passare due anni in modo che tutto si tranquillizzi. Poi, mentre torna dal lavoro, vede che in un parco giochi attrezzato si sta svolgendo una festa di compleanno. Il festeggiato si chiama Troy Ward ed ha sei anni. I bambini si rincorrono e giocano con la palla. Lui fa un cenno a Troy che esce dal parco. Gli dice di seguirlo perché vuole dargli il suo regalo. Si allontanano insieme ed in pochi minuti sono in casa dell'uomo che dopo averlo violentato lo bastonerà e lo finirà annegandolo ancora una volta nella vasca. Stavolta il corpo lo porta in una zona diversa dalle precedenti, sempre comunque nel deserto. Anche in questo caso tanti lo hanno visto andarsene col piccolo. I bambini lo descrivono bene e le indagini si puntano ancora una volta su di lui che invece di fermare la sua furia, dopo un solo venti giorni dal precedente omicidio, uccide nuovamente.

Stavolta a subirlo è un ragazzino tredicenne, si chiama Graeme Cunningham. Graeme doveva partire per il campeggio assieme ad altri amici della sua età e a degli accompagnatori adulti. Uno doveva essere proprio Arthur. Scompare dal suo quartiere mentre è in attesa che l'accompagnatore lo vada a prendere in auto. Nessuno ha visto niente, nessuno sa che fine abbia fatto, nessuno sa che è stato caricato e portato a casa dell'assassino, con una scusa, che lo ha poi ucciso a bastonate seppellendone il corpo accanto a quello di Troy. Lo sgomento è tanto, cinque scomparsi in cinque anni, tutti nel raggio di un chilometro, fanno molto rumore. L'opinione pubblica fa sentire la sua voce e chiede indagini serie e veritiere.

Quindi al comando di polizia tutti si rimboccano le maniche, anche perché questa volta gli indizi sono pesanti. Finalmente ci si rende conto che in ogni scomparsa aleggia il volto di Arthur, li ancora conosciuto come Roger Downs. Però, oltre ai sospetti, non c'è nulla che possa condannarlo in un processo, ed allora si decide di giocare d'astuzia e lo si convoca dicendogli di volere una mano da lui che i ragazzini li conosce bene. Nel frattempo la sua foto viene diramata in ogni provincia, in ogni Stato, così si viene a conoscere il suo vero nome. Roger non è lo stinco di santo che tutti pensavano. 

Nella sala interrogatori resterà chiuso diverse ore, sarà torchiato in maniera violenta ed alla fine confesserà gli omicidi. Il giorno dopo accompagnerà i poliziotti e farà ritrovare tutti i corpi. Il processo durerà solo sei settimane e verrà condannato alla pena di morte. In cella Arthur userà le cuffie per non ascoltare le bestemmie degli altri detenuti ma, nonostante si fosse convertito nuovamente alla sua prima fede, non rinnegherà mai la sua pedofilia ed a tal proposito, forse con l'intento di aiutare a capire i suoi gesti, scriverà una lettera scioccante.

"Io sono un pedofilo omossessuale condannato per omicidio e la pornografia è stata determinante per la mia rovina mentale. Sono sempre stato attratto dai ragazzini giovani ed ho sempre fantasticato sui loro corpi nudi. Mi sono informato, ho girato diverse librerie trovando anche libri d'arte con immagini di bambini nudi. Li ho acquistati ed usati per migliorare la mia masturbazione tramite la fantasia perversa. Ad un certo punto della mia vita il trovare materiale pornografico era diventata una ossessione. La pornografia è stata la miccia che mi ha acceso quasi fossi un candelotto di dinamite. Ogni volta che mi stimolavo esplodevo e tutti i ragazzi per me erano semplici oggetti sessuali. Non ero io ma era l'appetito sessuale a controllare interamente le mie azioni"

Arthur Bishop Gary è morto previo iniezione letale il 27 Febbraio 1984.



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